Mafia e corruzione in Sicilia, salute e adozioni. Conosciamo Antonio De Luca, PortaVoce M5S all’Assemblea Regionale Siciliana, attraverso le iniziative portate avanti negli ultimi anni.
Antonio, dal 2017 sei uno dei PortaVoce regionali all’Assemblea Siciliana.
Quali sono le iniziative che sei riuscito a portare avanti?
Sono stato eletto all’Assemblea Regionale Siciliana a novembre 2017. Faccio parte della Commissione Salute, Servizi Sociali e Sanitari e della Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia.
Tra le tante proposte che ho portato avanti come PortaVoce regionale, voglio ricordarne alcune, per me significative, come il DDL per l’istituzione dell’infermiere di famiglia, una figura che manca in Sicilia e che si occupa di assistenza domiciliare in collaborazione con il medico di base, fondamentale per la gestione delle lungodegenze e delle cronicità nelle terapie domiciliari, che potrà evitare molte ospedalizzazioni e dare sollievo ai malati cronici che potranno essere assistiti a casa propria.
Sin dal mio insediamento ho lavorato per istituire questa figura, incontrando sindacati, ordini professionali, associazioni e tante famiglie che me ne hanno ulteriormente confermato l’importanza.
Per la città di Messina ti sei impegnato anche per l’istituzione di una Giornata della Memoria per il Terremoto del 1908. Spiegaci meglio.
Sì, da Messinese sentivo il dovere di ricordare in maniera diversa quanto successo il 28 dicembre del 1908, quando un terremoto devastante uccise oltre 70.000 concittadini e rase al suolo la città dello Stretto e con essa parte della sua identità. Per questo ho proposto un DDL al fine di istituire la Giornata della Memoria per il Terremoto di Messina, utile al recupero dell’identità cittadina e in grado di contribuire al rilancio economico e culturale della città.
È importante mantenere sempre viva nei messinesi la memoria di questo funesto evento e soprattutto del grande impegno profuso nei mesi della ricostruzione. L’idea è quella di promuovere eventi, rievocazioni, convegni sulla sismologia, investire sulla cultura della prevenzione.
Nello specifico il testo di legge, prevede anche la realizzazione di una mostra permanente, di un percorso dedicato in collaborazione con il Museo Regionale di Messina nonché mediante l’individuazione di nuovi luoghi da dedicare, ove raccogliere ed esporre immagini, oggetti, storie e testimonianze sul terremoto del 1908.
Il tuo impegno ha toccato anche il delicato tema dell’adozione…
Ho preso a cuore il difficile percorso che affrontano le coppie siciliane che vogliono adottare dei bambini non italiani. Per questo con una norma, unica nel panorama regionale italiano, ho creato un capitolo di spesa di 300 mila euro annui per aiutare queste famiglie nel post adozione, per affrontare le spese per psicologi, logopedisti, pedagogisti e favorire l’inserimento scolastico e sociale.
L’adozione è una scelta bellissima, coraggiosa e di un’umanità straordinaria: avevamo il dovere di essere partecipi e presenti nei momenti più duri.
E poi l’endometriosi.
Proprio così. Da poco è passata una norma a mia prima firma che prevede in Sicilia, la somministrazione gratuita di alcuni farmaci per la cura del dolore derivante dall’ENDOMETRIOSI.
Una patologia poco conosciuta e quindi spesso diagnosticata tardivamente in stato avanzato e che colpisce centinaia di siciliane, costrette a patire dolori lancinanti.
Sei anche componente della Commissione Regionale Antimafia. Quale messaggio vuoi lasciare?
Sono impegnato in prima persona nello studio e nell’esame di tutte le inchieste presenti e passate affrontate dalla commissione, dedicando particolare attenzione alle tematiche che riguardano i testimoni di giustizia, cercando di fare luce sui rapporti che legano imprenditoria, economia e politica al sistema di cosa nostra.
Particolare impegno è stato riversato nell’inchiesta che si è occupata del caso Montante e della trattativa Stato-Mafia, corruzione nella sanità regionale.
Sin dal mio insediamento ho cercato di sensibilizzare sulla diffusione della cultura antimafia nella società civile. Di mafia si deve parlare sempre con coraggio e senza paura, a cominciare dalle scuole, passando per i quartieri più a rischio e con convegni in giro per tutta l’isola.
La mafia un giorno sarà sconfitta, grazie alla cultura, agli insegnanti e agli uomini e donne di buona volontà.