Trasporti sullo Stretto: “No alla soppressione dei treni a lunga percorrenza”

1 Febbraio 2015

Quella per il servizio di trasporto veloce dei passeggeri e per la continuità territoriale ferroviaria è una battaglia che io e la collega Valentina Zafarana, Portavoce all’Ars del MoVimento 5 Stelle, portiamo avanti da anni.

Nello Stretto di Messina manca una qualsivoglia pianificazione o strategia che garantisca il potenziamento del sistema trasporto passeggeri e di quello ferroviario. Gli investimenti degli ultimi anni non fanno che dimostrarlo: 40 milioni spesi per le strutture da destinare alla metroferrovia, 50 per la costruzione della nave traghetto Messina, diversi milioni per il rifacimento della nave Logudoro. Risultati oggi? Metroferrovia ferma a due corse al giorno, Logudoro in disuso e bloccata al Porto di Villa San Giovanni, nave Messina prossima all’inutilità, considerando anche la decisione di cancellare i treni a lunga percorrenza e dirottare il sistema dei trasporti da ferrovia a gommato.

Ho già depositato un’interrogazione indirizzata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in cui ricostruisco il percorso ed il legame esistente tra la il Ministero e Rfi, nonché i paradossi e le anomalie.

Ecco quello che è accaduto in questi anni.
Il collegamento ferroviario via mare tra la penisola e la Regione Siciliana risulta affidato per concessione alla società Rete Ferroviaria Italiana Spa, attraverso contratti di 5 anni, aggiornabili anche annualmente. Nel 2013, Rete Ferroviaria ha speso quasi 50 milioni di euro per acquistare due navi moderne, la Messina e la Bluvia, con l’obiettivo di ammodernare e ottimizzare l’attuale sistema di trasporto ferroviario tra le sponde.
Un anno e mezzo dopo, esattamente lo scorso 2 gennaio, si paventa la cancellazione del servizio universale garantito dai treni a lunga percorrenza, con conseguente soppressione delle navi a 4 binari e sospensione delle sovvenzioni Statali. Due settimane dopo, il 25 gennaio, viene annunciata e poi confermata la cancellazione di cinque treni a lunga percorrenza.

In tutto questo, come noterete, c’è un’incoerenza di base. Perché investire 50 milioni di denaro pubblico se poi si mira alla completa cancellazione del servizio trasporti? Altro punto da analizzare, poi, è il nuovo contratto tra il Ministero ed RfI. In particolare, quello relativo alla Parte Servizi recava come scadenza il 31 dicembre 2014. Siamo andati a controllare tutti i documenti che dovrebbero prevedere finanziamenti e progettualità per il nuovo contratto, e sapete cosa abbiamo trovato? Niente. Nessuno stanziamento di fondi, nessun progetto depositato, nessuna firma, insomma, niente di niente.

Noi vogliamo che in Sicilia vengano effettuati gli investimenti strutturali nel sistema di trasporti che le ultime leggi di bilancio hanno riservato ai cittadini del centro/nord Italia, arrivando addirittura alla costruzione ex novo di nuove tratte ferroviarie.
E forse qualcuno dimentica, o fa finita di dimenticare, che le navi traghetto non sono altro che il prolungamento dei binari a terra, e per tali motivi devono considerarsi a tutti gli effetti come il sistema binario a terra. Lo Stato deve prevedere annualmente una voce di bilancio per consentire alla società che vorrà erogare il servizio (meglio se statale visti i già noti profitti delle compagnie private) di ottenere il finanziamento per il trasporto veloce di passeggeri. Ed infine pretendiamo che #Rfi rinuncia alla cancellazione unilaterale dei treni a lunga percorrenza, e, se mai un giorno questa dovrà avvenire, che sia dopo il reale ammodernamento di rete ferroviaria e relativi convogli in tutta la Regione, e solo allora potremmo considerare che questo non sia l’ennesimo scippo ai cittadini siciliani.

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