Qualche giorno fa un amico giornalista di Capo d’Orlando che sta a Roma, Peppe Marici, mi ha contattato per un’intervista che ho rilasciato volentieri. Non è stato facile trovare un orario adatto ai tempi della Camera, tant’è che alla fine abbiamo optato per le 8 di mattina (come si può vedere dalla mia faccia sveglia e dalle saracinesche dei negozi abbassate).
È stato istruttivo e divertente fare il cameraman mentre Peppe chiedeva ai passanti cosa ne pensassero dei politici. Tra l’altro alcune cose le penso pure io, ma non si può fare di tutta l’erba un fascio: tutti i PortaVoce del MoVimento 5 Stelle rinunciano a metà indennità, all’eccedenza dei rimborsi non rendicontati, all’assegno di fine mandato e a eventuali indennità di carica (oltre ai rimborsi elettorali); se questo non risolve i problemi dell’Italia fa comunque capire ai cittadini che non siamo qui per farci gli affari nostri, che non lo facciamo per soldi o per interessi personali. Ci muoviamo davvero per spirito di servizio. Siamo cittadini normali prestati alla politica e non venduti ad essa.
Al momento però l’idea generale è che siamo tutti uguali, che siamo inutili se non addirittura nocivi. Noi dobbiamo limitarci a lavorare e a farlo bene. Poi tocca agli organi di stampa far vedere come stanno davvero le cose, anche se porta meno audience e se va contro la linea politica del padrone.