Ieri abbiamo ufficialmente consumato tutte le risorse del Pianeta per l’anno corrente. Il 28 luglio, infatti, è arrivato l’Earth Overshoot Day cioè il capodanno delle risorse prodotte dal pianeta e consumate nel corso dell’anno. Questo significa che da oggi l’umanità vivrà a debito di risorse naturali con la Terra, consumando risorse che non sono state prodotte nell’anno corrente.
Si segna, quindi, uno dei peggiori deficit ecologici degli ultimi anni dal 1970, data a partire dalla quale la Terra è entrata in sovraffollamento di risorse, consumandone di più di quelle prodotte. L’impronta ecologica degli esseri umani, infatti, è di “1,75 Terre”, questo vuol dire che consumiamo le risorse di quasi due interi pianeti ogni anno.
Se guardiamo specificamente al nostro Paese, poi, la situazione non è delle migliori. Quest’anno in Italia, infatti, il capodanno delle risorse disponibili è caduto il 15 maggio. La colpa del “debito ecologico” non è, però, da attribuirsi all’intera società mondiale, ma specificamente a quella del Nord del mondo. Basti pensare che se in tutto il mondo vivessimo come in Italia, fino al 31 dicembre di ogni anno ci servirebbero le risorse di almeno 2,7 pianeti.
La nostra impronta ecologica deve preoccuparci e deve spingerci ad agire il prima possibile perché costituisce una minaccia per la salute del nostro pianeta e le conseguenze sono già sotto ai nostri occhi. Tra queste, ad esempio, il cambiamento climatico e la riduzione della biodiversità. Per far fronte a questa emergenza è necessario lavorare di squadra, a tutti i livelli, sia a livello internazionale, sia a livello locale, sia nelle Istituzioni, sia cambiando il proprio stile di vita.
In questa direzione si muove anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che si rivela uno strumento essenziale per la transizione energetica poiché prevede tra le sue missioni proprio la rivoluzione verde e la transizione ecologica. A questi obiettivi, imprescindibili per lo sviluppo futuro, il PNRR ha destinato oltre 59 miliardi di euro, pari al 30% dell’intero importo. Tali risorse sono state previste al fine di realizzare investimenti e riforme, in particolare, su agricoltura sostenibile, economia circolare, transizione energetica, mobilità sostenibile, efficienza energetica degli edifici, risorse idriche e inquinamento.
Il Governo italiano ha lavorato alacremente per raggiungere tutti i 47 obiettivi previsti del PNRR per ottenere la prima tranche del 2022 di finanziamenti. Tuttavia, a causa della caduta del Governo, sarà difficile portare a casa il terzo blocco dei finanziamenti, pari a 21,839 miliardi, poiché comporta approvare alcune riforme che sono ritenute da Bruxelles imprescindibili per completare il programma previsto entro il 31 dicembre.
Nonostante le difficoltà attuali, si deve guardare con soddisfazione alle tante misure attuate dal Governo per realizzare gli obiettivi della missione 2 su rivoluzione verde e transizione ecologica. Solo nei primi sei mesi del 2022, infatti, il Ministero della Transizione Ecologica ha conseguito nei tempi tutti gli 11 traguardi europei previsti sul tema, avviato nuove procedure e bandi per circa 5 miliardi di euro e introdotto numerose riforme di semplificazione. Grazie a queste azioni, l’Italia sta compiendo importanti e veloci passi avanti verso il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi globali ed europei al 2030 e 2050, che puntano ad una progressiva e completa decarbonizzazione del sistema e a rafforzare l’adozione di soluzioni di economia circolare.