Secondo la classifica redatta da Il Sole 24 Ore e pubblicata ieri, le province del Sud Italia sono fanalino di coda a livello nazionale per qualità della vita. Nella top ten della classifica sono presenti solo città del Nord, quali in primis Trieste, Milano e Trento, con una netta la risalita di tutte le città lombarde rispetto allo scorso anno. Nelle ultime posizioni, le città del sud. Messina, ad esempio, si trova al 97esimo posto su 107.
Quest’indagine attesta, ancora una volta, il forte divario tra il Nord e Sud d’Italia. Un dato che, seppur già noto, deve condurci a una riflessione.
I parametri utilizzati
La classifica sulla qualità della vita e il benessere sociale prende in considerazione novanta indicatori, forniti da fonti ufficiali, istituzionali e istituti di ricerca, e suddivisi in sei macro-categorie tematiche:
- ricchezza e consumi;
- affari e lavoro;
- ambiente e servizi;
- demografia e salute;
- giustizia e sicurezza;
- cultura e tempo libero.
Il divario tra nord e Sud: l’opportunità del PNRR
La classifica è una cartina di tornasole del divario sociale e conferma l’impellenza di investimenti volti a ridurre le disparità tra Nord e Sud. In questa direzione, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un’occasione irripetibile per colmare le lacune esistenti e rilanciare il Mezzogiorno, tassello fondamentale per la ripresa dell’Italia.
In questi anni al Governo, abbiamo già ottenuto grandi risultati per il Sud. Grazie al lavoro portato avanti da Giuseppe Conte in Europa abbiamo ottenuto un risultato grandioso, storico, quale la destinazione del 40% delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza al Sud. Si tratta di ben 82 miliardi di euro su un totale di 209 miliardi. Risorse ingenti alle quali si aggiungono: 54 miliardi di fondi strutturali europei del ciclo 2021-27; 8,4 miliardi di fondi da React Eu; 58 miliardi dal fondo Sviluppo e Coesione; 9,4 miliardi di euro, che saranno aggiunti al Fondo complementare rivolti esclusivamente al completamento della linea ferroviaria ad alta velocità tra Salerno e Reggio Calabria, già in parte finanziata all’interno del PNRR; 1,2 miliardi con il Just Transition Fund, per un totale di 213 miliardi di fondi europei al Sud.
Queste risorse costituiscono un’opportunità unica da cogliere con grande senso di responsabilità perché ci consentono di disegnare l’Italia del domani ripartendo dal Mezzogiorno e aprire una stagione di sviluppo economico e culturale per le future generazioni.
Non solo. In questi anni al Governo l’attenzione del Movimento 5 Stelle verso il Sud è stata massima. Lo dimostrano le misure che abbiamo messo in campo per sostenere famiglie, lavoratori e imprese del Mezzogiorno tra le quali cito, ad esempio, gli incentivi di “Resto al Sud” estesi fino a 55 anni e la “Decontribuzione Sud”.
Questi interventi stanno dando i frutti sperati ma non è sufficiente. Dobbiamo non solo continuare in questa direzione mantenendo alta l’attenzione verso il divario tra nord e sud, ma abbiamo anche il compito di vigilare affinché tutti i fondi europei in arrivo vengano spesi in maniera oculata per il bene dei cittadini e per il vero rilancio del Paese.