Giovedì scorso, 25 novembre, si è celebrata la Giornata contro la violenza sulle donne. Per l’occasione, condivido con voi un approfondimento per conoscere le misure realizzate in questi anni a tutela e a sostegno delle donne vittime di violenza.
Le misure a sostegno delle donne vittime di violenza di genere
La violenza sulle donne è una piaga sociale che dobbiamo estirpare, ripartendo dall’educazione dei più giovani alla parità di genere e al rispetto, e mettendo in campo tutte le azioni utili per tutelare le donne vittime di violenza e sostenerle.
Il MoVimento 5 Stelle è da sempre in prima linea sul tema, come dimostrano le tante le misure realizzate in questi anni quali, ad esempio, il Codice Rosso e il Reddito di libertà.
Il Codice Rosso: quali tutele per le donne vittime di violenza
Il Codice Rosso è uno tra i primi provvedimenti voluti e realizzati dal Movimento 5 Stelle al Governo e che mi rendono particolarmente orgoglioso. Con la legge cd. “Codice Rosso” abbiamo profondamente innovato il sistema di tutela e protezione delle donne vittime di violenza, inasprendo la repressione penale e introducendo nuove fattispecie di reato.
Codice Rosso: protezione delle vittime più veloce
Anzitutto, con il Codice Rosso abbiamo introdotto una corsia preferenziale per alcuni reati in materia di violenza domestica e di genere e reso più veloci i tempi per l’instaurazione del procedimento penale per gli stessi delitti, accelerando conseguentemente l’eventuale adozione di provvedimenti di protezione delle vittime.
Con la riforma abbiamo previsto che la polizia giudiziaria riferisca immediatamente al pubblico ministero, anche in forma orale, la notizia di reato acquisita relativa ai delitti di violenza domestica e di genere e proceda al compimento di tutti gli atti di indagine delegati dal pubblico ministero. Inoltre, il pubblico ministero, entro soli tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, deve assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato.
In questo modo, chi ha subìto violenze sarà ascoltato entro poche ore, così da poter bloccare subito l’aggressore.
Codice Rosso: i nuovi reati previsti
Il Codice Rosso ha introdotto anche quattro nuovi delitti:
– il delitto di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, punito con la reclusione da 8 a 14 anni.
– il revenge porn cioè il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate, punito con la reclusione da 1 a 6 anni e la multa da 5.000 a 15.000 euro;
– il delitto di costrizione o induzione al matrimonio, punito con la reclusione da 1 a 5 anni.
– il delitto di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni.
Codice Rosso: pene più severe
La riforma ha previsto, inoltre, un inasprimento di pene e ha introdotto fattispecie aggravate speciali per taluni reati. Ad esempio, è stata aumentata la pena prevista per il delitto di maltrattamenti contro familiari e conviventi ed è stata prevista una fattispecie aggravata speciale quando il delitto è commesso in presenza o in danno di minore, di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità, ovvero se il fatto è commesso con armi.
L’inasprimento di pene ha interessato anche lo stalking, i delitti di violenza sessuale (artt. 609-bis e ss. c.p.) – per i quali abbiamo anche ampliato il termine concesso alla persona offesa per sporgere querela, fino a 12 mesi, il delitto di atti sessuali con minorenne.
Codice Rosso: i dati a un anno dalla sua entrata in vigore
Il Rapporto “Un anno di Codice Rosso” pubblicato nel novembre 2020 dal Ministero della Giustizia ci offre una fotografia degli effetti del Codice Rosso. Nel periodo preso in esame, tra il 1° agosto 2019 e il 31 luglio 2020, dai flussi procedimentali, cioè legati alle attività giudiziarie, emerge che le nuove fattispecie introdotte rispondono a una reale esigenza poiché, come dimostra l’elevato numero di procedimenti iscritti, sono capaci di descrivere e punire comportamenti diffusi che, precedentemente, non potevano essere agevolmente sussumibili in altre fattispecie di reato.
Reddito di libertà
Recentemente, è stato dato il via al Reddito di libertà (link all’articolo) una misura di sostegno, introdotta dal Decreto Rilancio e fortemente voluta dal Governo Conte, che mira a favorire, attraverso l’indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza in condizione di povertà.
Con il Reddito di libertà viene erogato un contributo economico, stabilito nella misura massima di 400 euro mensili pro capite. Il contributo concesso in un’unica soluzione per massimo dodici mesi, finalizzato a sostenere prioritariamente le spese per assicurare l’autonomia abitativa e la riacquisizione dell’autonomia personale, nonché il percorso scolastico e formativo dei figli o delle figlie minori. La misura, inoltre, è compatibile con altri strumenti di sostegno al reddito.