Meglio soci di un’alleanza senza rinunciare all’identità

28 Luglio 2021

Onorevole D’Uva, il governatore De Luca ha lanciato la proposta di un unico grande partito riformista dato dall’unione di PD e movimento. Cosa ne pensa? È una strada percorribile?

Più che di un grande partito, al momento, laddove possibile, ragioniamo in un’ottica di coalizione con il Pd senza rinunciare alla nostra identità e ai nostri valori. Come è accaduto per Napoli dove stiamo sostenendo un candidato sindaco di alto profilo, Gaetano Manfredi. Il fatto che Vincenzo De Luca strizzi l’occhio al MoVimento 5 Stelle conferma che siamo la valida alternativa alle destre. Con il nuovo Statuto abbiamo presentato i punti cardine della nostra azione: beni comuni, transizione ecologica, innovazione tecnologica, digitalizzazione. Siamo l’unica forza politica con lo sguardo puntato al 2050.

Cosa pensa della proposta del segretario Letta per un “patto di governo sui vaccini”?

È necessario un lavoro comune, condiviso tra tutte le forze politiche, affinché i cittadini più scettici abbiano fiducia nella scienza. Il primo passo è che tutti i parlamentari diano il buon esempio. Ho lanciato una campagna web sui miei profili, #Vacciniamoci, con cui invito colleghi e cittadini a promuovere sui social l’importanza del vaccino per tornare #liberidi riprendere azioni quotidiane. La ripropongo anche ai lettori del Mattino.

Uno dei nodi attuali da sciogliere è in tema di giustizia, il premier Draghi ha annunciato che porrà la fiducia. Voterete quella riforma?

In questi giorni Giuseppe Conte sta portando avanti un delicato e importante lavoro di mediazione con il presidente Draghi. Chiariamo una cosa: il MoVimento è per i processi veloci. Fondamentale, però, è che non si creino soglie di impunità e, in particolare, per quanto riguarda i reati di mafia e terrorismo.

E sul ddl zan qual è la vostra posizione?

Siamo favorevoli e auspichiamo che questa legge contro l’omotransfobia venga approvata quanto prima. Alle destre dico basta ostruzionismo.

Nel movimento c’è un’ala governista ed una che spinge per uscire dal governo. È vero, ci state pensando a lasciare il governo? In un’ottica elettorale può pagare di più stare all’opposizione?

Le nostre decisioni sono sempre guidate dal senso di responsabilità verso i cittadini. Stare fuori dall’esecutivo significa lasciare che le altre forze politiche gestiscano i fondi del Next Generation Eu trovati da Giuseppe Conte. Non credo sia la soluzione migliore. Il Movimento 5 Stelle è la prima forza in Parlamento. Abbiamo i numeri e, quindi, un peso specifico per incidere sulle scelte per il Paese. Immaginare un governo senza di noi mi sembra complicato.

A proposito di elezioni, le amministrative di ottobre saranno un banco di prova. Siete il primo partito in parlamento, ma potreste non esserlo più nel Paese.

Le amministrative rappresentano una sfida importante rispetto alla quale siamo pronti a misurarci. Non ho mai creduto che le elezioni regionali o locali incidano sugli equilibri del Parlamento. I cittadini hanno preso una decisione chiara nel 2018, ci hanno dato fiducia. Abbiamo ancora tante battaglie da portare avanti nell’interesse di tutti: concentriamoci su queste.

Cosa pensa della regola del terzo mandato? Dovrebbe restare per tutti?

È una discussione che non mi appassiona. Utilizziamo bene il mandato attuale più che parlare di quelli futuri. Preferisco restare in contatto con i bisogni del Paese. Il mio unico pensiero è lavorare affinché misure come il reddito di cittadinanza vengano rafforzate e altre, come il salario minimo, vengano realizzate.

L’addio a Casaleggio, le distanze da Grillo, il ritorno di Conte e a breve la votazione per il nuovo statuto: il movimento ha cambiato pelle in corso di legislatura. Siete ancora quelli della lotta nelle piazze o siete ormai “di governo”?

Siamo e rimaniamo quelli dalla parte dei cittadini che lavorano nell’interesse del Paese. Credo che il tema sia dove andiamo. La grandezza del MoVimento sta nella capacità di rimodularsi adattandosi ai tempi moderni. Ad ogni cambiamento esterno è sempre corrisposto, nel nostro percorso di crescita, uno step successivo. In questi anni al Governo ci siamo ritrovati davanti a sfide importanti. Chi avrebbe mai pensato che avremmo dovuto gestire una pandemia? Ebbene, rispetto al mondo che muta, restare fermi e immobili fa solo male.

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