Da giorni si discute delle risorse previste dal PNRR per il Sud. Ci tengo a intervenire per fare chiarezza e per dimostrare che le risorse ci sono. Il punto adesso è mettere la massima attenzione nella gestione dei progetti.
Quello degli investimenti al Sud è uno dei temi che abbiamo più a cuore. Non è un mero discorso di appartenenza territoriale: siamo davvero convinti che se miglioriamo le condizioni nelle Regioni meridionali ne possa beneficiare tutto il Paese.
Gli investimenti previsti per il Sud dal recovery plan italiano ammontano a circa 100 miliardi. In più ci sono 15mld di investimenti trasversali, che interessano tutto il territorio nazionale e di conseguenza possono essere utilizzati anche al Sud. Un esempio è quello legato alla digitalizzazione.
Secondo le stime attuali, ci sarà un impatto che farà crescere il PIL di 24 punti percentuali circa nel Mezzogiorno. Le linee d’intervento che abbiamo previsto sono varie. Per citarne alcune: innovazione, cultura, turismo, istruzione e ricerca, infrastrutture, sanità. Ma anche transizione ecologica, per creare sviluppo sostenibile e nuovi posti di lavoro.
La quota Sud, anche all’interno dei singoli ambiti in cui investiamo, è solida e corposa: ad esempio nel settore ‘Impresa verde ed economia’ al Meridione sono destinati 2,8mld su 5,3; in materia di infrastrutture per la mobilità sostenibile al Sud va più della metà del totale: parliamo di 14,5mld su 27,3 territorializzabili. Giusto per evidenziare un paio di casi.
Poi ci sono gli interventi per la coesione sociale: realizzazione al Sud di ecosistemi per l’innovazione (350mln), ristrutturazione di beni confiscati alle mafie (300mln), contrasto alla povertà educativa nel Mezzogiorno (220mln), infrastrutturazione delle Zone Economiche Speciali (630mln), risorse per le aree interne (900mln).
Dal programma REACT-EU arriveranno poi 13,5mld all’Italia, di cui quasi 8,5 al Sud. Con queste specifiche risorse sarà possibile sostenere progetti, tra gli altri, per le piccole e medie imprese, le politiche attive del lavoro, il potenziamento delle reti idriche.
È una grande opportunità, ma al tempo stesso una grossa responsabilità. C’è infatti un’altra urgenza su cui voglio richiamare l’attenzione: è importante che le amministrazioni territoriali siano pronte non già semplicemente a spendere questi fondi, ma a investirli nel modo più efficace.
Per raggiungere questo obiettivo, tutti dobbiamo fare la nostra parte, a ogni titolo e a ogni livello. Dobbiamo dimostrare a tutta Europa che in Italia, e al Sud in particolare, sappiamo come sfruttare questa occasione. Non solo per ripartire, ma per cambiare finalmente volto alla nostra terra e avere un futuro degno di questo nome.