Questa settimana incontriamo il collega Raffaele Bruno, che da anni si occupa della condizione dei detenuti nelle carceri italiane. Oggi ci racconta le sue attività e ci presenta la proposta di legge a sua firma. Scoprite di più
Cosa prevede la proposta?
La proposta di legge ‘Teatro in ogni carcere’ (che racconto anche in questo video) prevede l’istituzione di un Osservatorio permanente sulle attività artistiche presenti all’interno delle carceri, compresa l’individuazione di uno spazio in cui svolgere tali attività in ogni istituto penitenziario. Proponiamo inoltre azioni di sostegno e promozione dei laboratori artistico/teatrali attraverso un fondo dedicato.
Quali sono le attività che hai portato avanti finora con il collettivo ‘Gli ultimi saranno’?
Più di 20 eventi realizzati finora in 15 strutture penitenziarie diverse. Incontri che sono anche occasione di scambio e ascolto di detenuti e operatori. In seguito alla segnalazione di un agente di Polizia penitenziaria, ad esempio, abbiamo contribuito alla redazione di una circolare del Ministero dell’Istruzione, tuttora in vigore, che invita gli istituti scolastici a giustificare le assenze di ragazzi in visita a un genitore recluso. Nel febbraio 2020 Gli Ultimi Saranno ha realizzato a Montecitorio l’evento ‘Gli Ultimi Saranno – Laboratori Creativi e Buone Pratiche in Carcere’, durante il quale hanno preso la parola direttori di istituti carcerari, operatori del settore e detenuti, oltre al Presidente della Camera Roberto Fico e l’allora Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Tra le nostre attività c’è anche l’iniziativa ‘Dona un Libro’, una campagna di raccolta e distribuzione di libri con dedica destinati alle biblioteche carcerarie. Ne abbiamo raccolti diverse migliaia. La raccolta è stata proposta dal Presidente della Camera anche presso Montecitorio, dove sono stati raccolti più di 200 volumi per gli istituti minorili. L’iniziativa è ancora in corso, chi vuole può partecipare cliccando qui
(Francesco D’Uva: anche io ho avuto il piacere di partecipare: Dona un libro)
E poi c’è la campagna #teatroinognicarcere, in cui circa 200 persone del mondo dello spettacolo e della società civile hanno partecipato a un video per dire quanto sia importante istituire un presidio teatrale in carcere.
Infine segnalo un brano musicale, con videoclip: ‘E mmò’, ispirato da tutte queste esperienze.
Hai affermato che il recupero dei detenuti è materia di interesse collettivo e non particolare, ci spieghi meglio?
Il carcere, se svolge pienamente il suo ruolo rieducativo, può senza dubbio rappresentare un’occasione di evoluzione. Se la persona momentaneamente reclusa ha la possibilità di incontrare se stessa attraverso un laboratorio teatrale risulterà trasformata alla fine del suo periodo di detenzione, diventando una risorsa, un esempio o anche qualcuno da cui imparare. Per questo è arrivato il momento, in Italia, di avere un teatro in ogni carcere.
Grazie Raffaele, e complimenti per il tuo impegno. Anche io ho firmato la tua proposta di legge per dare il massimo sostengo all’iniziativa. Avanti tutta!