A tu per tu con Laura Castelli

11 Aprile 2021

Il viceministro dell’Economia Laura Castelli ci parla del suo impegno sui progetti legati al Recovery e delle ultime iniziative su asili nido e palestre, con importanti novità. Scoprite quali

Il programma Next Generation Eu rappresenta una grande opportunità per l’Italia. Tu stessa hai parlato di effetto moltiplicatore del Recovery, cosa intendi?

“Ho provato a spiegarlo, anche alcuni giorni fa, in una lettera aperta. È un momento decisamente particolare, di profondi cambiamenti. Dobbiamo approcciare questa opportunità pensando a un nuovo modello di società, che sia più inclusiva e trasparente.
Ho in mente due temi in particolare. Il primo, è quello della realizzazione di un portale unico in cui far confluire tutte le gare d’appalto. Un luogo in cui inserire tutti gli appalti necessari all’attuazione dei progetti del Recovery Plan, un’infrastruttura informatica che poi andrebbe implementata e resa operativa in modo strutturale.
Il secondo riguarda l’effettiva ricaduta, in termini economici e nel lungo periodo, di questi investimenti. Non dobbiamo occuparci solo di scegliere i progetti migliori, ma dobbiamo analizzare e affrontare anche questo tema. Come amo ripetere in queste settimane, è importante mettere in moto l’intero sistema Paese, assicurarsi che le filiere siano pronte, che i soggetti che dovranno mettere a terra i progetti siano capaci di coprire tutta la domanda necessaria, riuscendo così a generare Pil, occupazione e sviluppo in Italia. Se ci riusciremo, l’effetto moltiplicatore del Recovery durerà parecchi anni.
L’Italia e l’Europa, ciascuno nella sua dimensione, devono saper fare squadra per non disperdere questa grande opportunità.
Noi dobbiamo recuperare ed azzerare il divario che esiste nelle diverse aree del Paese, e tra noi e gli altri Paesi europei. Ma l’intera Comunità europea deve recuperare quelle posizioni che ha perso a livello internazionale.
Non è impossibile, tutt’altro. Basta pensare un po’ meno all’io ed un po’ di più al noi”.

Sempre al Recovery Plan è legato il tema del finanziamento di nuovi asili nido e del mantenimento di quelli esistenti. Cosa c’è in programma? E finora quali iniziative concrete abbiamo portato avanti, anche come M5S?

“Quello degli asili nido è un tema cruciale per il futuro del nostro Paese, su cui abbiamo lavorato molto in questi anni. Politiche per la famiglia che vanno viste in modo coordinato con l’assegno unico, previsto anche per gli autonomi, e le politiche di incentivo per l’assunzione di giovani e donne.
Abbiamo messo in campo azioni concrete, che hanno cambiato la politica degli asili nido. E che non ci fanno trovare impreparati rispetto ai temi del “Next Generation EU”.
In primo luogo abbiamo messo fine alla vergogna degli “asili zero” (Comuni in cui non c’era neanche un posto in asilo), cambiando la metodologia in Commissione per i Fabbisogni Standard. Le due novità principali ineriscono il riconoscimento del fabbisogno per assicurare una percentuale minima di copertura della popolazione fra zero e due anni, e la riduzione del livello massimo di copertura riconosciuto per il calcolo del fabbisogno, dividendo i Comuni in 5 fasce, in base alla popolazione.
Abbiamo poi creato un Fondo per gli asili nido, con una dotazione di 100 milioni dal 2020 fino al 2023 e di 200 milioni dal 2024 al 2034, privilegiando i Comuni con un alto indice di Vulnerabilità Sociale e Materiale, per come definito dall’ISTAT, e le periferie urbane.
E abbiamo anche incrementato le risorse nel Fondo di solidarietà comunale, con uno stanziamento iniziale che parte da 100 milioni per arrivare gradualmente ai 300 milioni previsti a decorrere dal 2026.
Poi ci sono le risorse del PNRR, che saranno utili alla realizzazione di 78.000 posti aggiuntivi”.

A proposito di famiglie. Nei giorni scorsi, partecipando ad un evento importante sul tema della medicina preventiva, hai parlato di alcune misure che sono allo studio per favorire l’esercizio fisico. Tema di estrema attualità, se si considera che impatta su un comparto che è tra quelli maggiormente colpiti dalla pandemia, come le palestre.

“Dal 2014, le Linee guida con cui i Governi delineano i Piani nazionali di prevenzione, parlano dell’esercizio fisico come opportunità di “medicina preventiva”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, testimonia che un’attività fisica regolare ha sicuri benefici sulle malattie non trasmissibili, riducendo, ad esempio, del 44% il rischio di malattia cronica, del 58% il rischio di diabete tipo 2, del 34% il rischio di ictus e del 50% rischio di problemi cronici di respirazione.
La principale causa di esplosione delle patologie croniche, sia in adulti sia in giovani, è indicata nella sedentarietà e nella mancanza di sufficienti livelli di attività fisica. Il 40% della popolazione italiana, sopra i 18 anni, soffre di almeno una tra le malattie croniche più diffuse e il 20,4% degli italiani minori di 18 anni è sovrappeso.
Questi dati scientifici, assieme ad alcuni dati economici, devono spingerci ad intervenire immediatamente. La spesa annuale per la malattie croniche (medicinali, visite, ospedalizzazioni, etc.) ammonta, infatti, a 67 miliardi di euro. Ricorrendo a specifici progetti di prevenzione, si potrebbe ipotizzare per il Servizio Sanitario Nazionale un risparmio, sempre annuo, di circa 11,4 miliardi riducendo del 67% le ospedalizzazioni, del 22% le visite cliniche, del 6% gli accessi al Pronto Soccorso, del 5% la spesa farmaceutica inappropriata.
La proposta a cui stiamo lavorando prevede di introdurre un sistema fiscale e tributario che preveda la prescrizione e somministrazione dell’esercizio fisico come farmaco per la prevenzione e la cura delle principali patologie croniche. In questo modo si potrebbe avere il riconoscimento della prescrizione dell’esercizio fisico tra le detrazioni del sistema fiscale delle “Spese sanitarie” e, con un provvedimento a parte, l’agevolazione IVA sulle prestazioni erogate dietro prescrizione medica, che passerebbero dall’attuale 22% al 10%. Sarebbe un grande aiuto anche per l’intero settore”.

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