Serve un fondo economico per i territori, più strumenti agli attivisti

17 Ottobre 2020

Ieri Luigi Di Maio ha parlato di un’idea che condivido. Da tempo con altri PortaVoce pensiamo alla possibilità di dare più strumenti agli attivisti sui territori. Magari destinando parte del contributo mensile di 300 euro alla creazione di un fondo di supporto alle attività da svolgere sul locale.

Nel panorama italiano la figura del sostenitore di una forza politica è presente sotto varie definizioni. Attivista, militante, volontario, chiamiamolo come vogliamo. Fatto sta che queste persone hanno a disposizione dei fondi: in parte si autofinanziano, in parte ricevono sostegno dal partito o dagli esponenti di quella forza politica.

Nel MoVimento non c’è ancora una regola per venire incontro a questa esigenza. Di conseguenza, le condizioni variano a seconda della presenza sul territorio dei nostri eletti. Ci sono territori che hanno tanti PortaVoce, quindi le possibilità di avere risorse per portare avanti battaglie e proposte aumentano. Ma in altri contesti, venendo meno una presenza capillare degli eletti, si riducono le opportunità di supportare chi vuole trasformare le esigenze della collettività in progetti e soluzioni.

A Messina, per esempio, esiste una sede per gli attivisti proprio attraverso questo impegno, che con Valentina, Antonio e Grazia siamo riusciti a garantire. Una sede che è punto di riferimento e laboratorio di idee, grazie al contributo di iscritti e attivisti che la popolano e ne sono il cuore pulsante. Lo stesso sostegno lo diamo su tutti i materiali necessari per le campagne e le attività promosse. Ma altrove cosa succede? Questa opportunità è molto ridotta o addirittura non esiste.

E pensare che moltissime (se non tutte) proposte del MoVimento per migliorare la vita dei cittadini partono da Comuni e contesti territoriali. Ci sono città dove abbiamo realizzato progetti straordinari, che hanno cambiato radicalmente la prospettiva dei cittadini. Non è forse vero che le idee migliori nascono proprio dal territorio o trovano lì la loro applicazione?

Penso al reddito energetico, messo a punto in uno dei Comuni amministrati dal MoVimento: Porto Torres, guidato dal sindaco Sean Christian Wheeler. Il progetto ora è stato selezionato come progetto finalista del prestigioso premio The Innovation in Politics Awards 2020. Si tratta di 49 impianti, installati gratuitamente nelle case degli abitanti di Porto Torres, con un risparmio in bolletta per i cittadini di 18mila euro e un abbattimento di 133,7 tonnellate di anidride carbonica. Ulteriori 16mila euro sono stati accumulati nel Fondo Rotativo Fotovoltaico e serviranno per l’acquisto di nuovi impianti

Bene, molto spesso l’embrione di queste idee che cambiano il volto dei territori sta proprio nelle menti, e nelle braccia, degli attivisti. Dobbiamo supportarli sempre di più!

Per raggiungere questo risultato, un mezzo è proprio quello proposto da Luigi Di Maio, ossia destinare i contributi, versati mensilmente dagli eletti, in parte alla piattaforma di cui si avvale il MoVimento e in parte agli attivisti. Così possiamo creare una sorta di fondo, con risorse distribuite in base a criteri precisi e utili a portare avanti le iniziative nelle varie città italiane dove le nostre ragazze e i nostri ragazzi vogliono cambiare le cose.

Tra l’altro, potrà essere forse proprio questa ripartizione della quota a invogliare i colleghi che, sbagliando, hanno smesso di versarla. Magari ritengono che queste somme possano essere spese in modo migliore, in questa maniera avranno la possibilità di cambiare idea.

Parliamo di somme che – è importante chiarirlo – sono diverse da quelle derivanti dalle rendicontazioni, con le quali siamo riusciti a fare cose incredibili per tutti i cittadini. Come in Sicilia, dove, dopo il crollo del viadotto Himera tra Palermo e Catania, abbiamo realizzato la famosa Trazzera grazie alle risorse delle restituzioni dei nostri portavoce. Una Trazzera che di certo non risolveva il problema, ma che è stata fondamentale per dare subito un’alternativa. Nel frattempo abbiamo puntato i riflettori sulla necessità stringente di ripristinare definitivamente quel tratto autostradale della A19, passaggio avvenuto a luglio scorso grazie all’impegno del nostro Giancarlo Cancelleri, divenuto intanto viceministro ai Trasporti.

Scrivo questo perchè voglio mettere l’accento sulla ricaduta che hanno queste iniziative sui territori. È anche così che si riescono a dare input forti alla politica e che si fornisce una risposta alle esigenze più immediate delle nostre comunità.

La democrazia diretta è il nostro faro, partiamo da questo. Ma è il momento di valorizzare concretamente chi si batte sui territori e ci mette la faccia, oltre lo schermo del pc. Ad esempio, per me la differenza è stata questa: tutto è cambiato quando, oltre a seguire il blog di Beppe, ho iniziato a riunirmi con gli altri attivisti, a fare banchetti e volantinaggio, a organizzare eventi. È stato in quel momento che sono diventato un vero attivista.

Queste sono le iniziative che ci aiutano a strutturare il MoVimento. Perchè quando diciamo che stiamo ripartendo dai territori, a questa espressione deve corrispondere un processo concreto. Significa che dobbiamo dare più strumenti agli attivisti, e la creazione di questo fondo è uno strumento reale.

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