“Alleanze locali col Pd, ma basta parlare di Mes”. Intervista a Francesco D’Uva
“Ora per M5S è il momento di celebrare gli Stati generali” dice l’ex capogruppo alla Camera. “Dove abbiamo corso con i dem ora siamo al ballottaggio. La coalizione di Governo funziona”
Onorevole Francesco D’Uva, nel Movimento 5 Stelle ognuno dà la sua lettura del voto. Alessandro Di Battista lo considera “la più grande sconfitta della storia M5s”. Massimo Bugani sottolinea che “M5s ha perso 8 milioni di voti”. Lei, che ieri ha trascorso il pomeriggio con Luigi Di Maio, che idea si è fatto?
La nostra proposta referendaria è passata con il 69% dei voti, ciò significa che i cittadini apprezzano le nostre politiche, però poi non votano i nostri candidati nelle competizioni locali. Abbiamo capito che per poter governare i territori bisogna coalizzarsi quindi dobbiamo ragionare in questo senso.
L’ex capogruppo M5s alla Camera, ora questore di Montecitorio, mentre parla osserva i risultati delle elezioni amministrative: “Dove abbiamo corso con il Pd ora siamo al ballottaggio. La coalizione di governo funziona”, dice aggiungendo che “non serve un rimpasto e bisogna smetterla di parlare di Mes”. D’Uva fa parte della squadra fotografata ieri sul terrazzo insieme a Luigi Di Maio in segno di vittoria.
Nessuno mette in dubbio la vostra vittoria referendaria ma sui territori c’è stato un crollo. Forse una parte del Movimento sta provando a nasconderlo parlando più che altro del referendum?
I dati delle regionali non invertono il trend perché il Movimento non ha mai brillato in queste competizioni ma bisogna dire che liste, questa volta, andavano preparate diversamente e per tempo.
E di chi è la responsabilità di questi errori e di questi ritardi? C’è un nome e cognome, per esempio il capo politico Vito Crimi?
No. Anzi, ringrazio Crimi per l’impegno. Ora obiettivamente serve una svolta. Questa fase di transizione deve chiudersi. Ora è il momento di celebrare gli Stati generali, in presenza, attraverso delegati territoriali e coinvolgendo chi ha un ruolo elettivo e non solo.
C’è già una data?
Che io sappia no, ma spero siano il prima possibile.
Immagina che il futuro del Movimento sarà con capo politico o con direttorio allargato?
Serve la massima collegialità solo così si avrà una leadership più forte. Un collegio aperto a tutte le anime del Movimento. Chi, come Luigi Di Maio, ha messo la faccia nel referendum deve avere voce in capitolo.
Anche Alessandro Di Battista?
È una risorsa, lo è sempre stata. Potrà dare tutto l’aiuto che vorrà.
Luigi Di Maio entrerà in questo direttorio?
Luigi è già un leader ed è un punto di riferimento per il Movimento. Deciderà lui cosa fare.
La regola che permette ai 5Stelle di allearsi con i partiti tradizionali c’è già. Eppure in Toscana, Puglia, Campania non lo avete fatto. E Zingaretti sostiene che se vi foste alleati nelle Marche avreste vinto. Oggi lei stesso dice che è stato un errore?
Vanno rispettate le decisioni dei territori. Se i risultati buoni li abbiamo portati stando in coalizione, questo deve farci riflettere.
Ora il Pd, forte del risultato ottenuto, chiede la revisione dei decreti sicurezza e l’approvazione del Mes. Cosa farà il Movimento?
Ora dobbiamo pensare a rivedere i regolamenti delle Camere, ad approvare la riforma della legge elettorale e a ridurre gli stipendi dei parlamentari. Noi stiamo pensando al Recovery fund, non vedo quale sia il senso di tirare fuori argomenti, come il Meccanismo europeo di stabilità, che non vedono d’accordo i partiti alleati. E’ un argomento vecchio su cui non ci sono novità sostanziali.
Qualcuno nel Pd chiede un rimpasto di governo o l’ingresso di Nicola Zingaretti come vicepremier. In caso dovrebbe entrare anche Luigi Di Maio?
Non credo ci sia la necessità di un rimpasto. Non ci si può far condizionare dalle elezioni regionali. Ho piena fiducia nel premier Conte che saprà trovare la quadra. E poi c’è una buona intesa tra Pd e M5s, il governo ne esce rafforzato.
di Gabriella Cerami