Continuità Territoriale tra Sicilia e Calabria: uno Stretto a misura di cittadini e passeggeri

21 Settembre 2020

Mai come in questo momento stiamo assistendo alla presa di coscienza da parte del Governo Centrale e di Rfi dell’importanza di Messina, punta nord-orientale della Sicilia, e di tutta l’area dello Stretto. Un’area che presenta caratteristiche peculiari e specifiche, uniche in tutto il panorama italiano, tanto che lo stesso Ministero delle Infrastrutture, nel riconoscerle e nel venir incontro ad una nostra storica battaglia, ha creato per essa la sedicesima Autorità di sistema portuale.

Da quando siamo al Governo abbiamo fatto sì che l’interesse di Roma verso questa zona crescesse sempre di più, in particolar modo in riferimento alla continuità territoriale tra la Sicilia e la Calabria che, inevitabilmente, passa da Messina, Villa San Giovanni e Reggio Calabria.

Ad oggi le modalità per attraversare i tre chilometri dello Stretto di Messina sono costituite da: navi traghetto private, che trasportano passeggeri e mezzi; navi di Rfi, che trasportano anche i convogli ferroviari; aliscafi o mezzi veloci, che trasportano solo passeggeri.

Le continue sollecitazione di noi PortaVoce messinesi, nazionali e regionali, del MoVimento 5 Stelle a tutela delle esigenze del territorio e del benessere dei cittadini hanno portato, nelle ultime settimane, notevoli risultati.

Al di là della continua diatriba sul Ponte sì o Ponte no, che nell’ultimo mese ha incendiato gli animi in riva allo Stretto, quelli che contano, ad oggi, sono i fatti. E i fatti confermano la volontà di Roma di voler sempre più incrementare la continuità territoriale tra l’isola e la penisola.

COLLEGAMENTI VELOCI INCREMENTATI

Dal 1° agosto sono stati notevolmente implementati i collegamenti veloci tra la Sicilia e la Calabria, con ben 10 nuove corse tra Messina e Villa S. Giovanni. Grazie a questo, tutti i treni a lunga percorrenza che giungono nella stazione calabra dal nord e dal centro Italia godono di un collegamento veloce.

UNA NUOVA NAVE NELLO STRETTO

Nei giorni scorsi, proprio dinanzi alle coste di Messina, è transitata la nave Iginia, il nuovo traghetto di Rete Ferroviaria Italiana che sarà ultimato entro la prossima primavera e che sarà impiegato per il trasporto di passeggeri, carrozze, carri ferroviari e mezzi gommati tra le due sponde.

RADDOPPIO TRATTA FERROVIARIA GIAMPILIERI-FIUMEFREDDO

Tra i più recenti fatti realizzati a sostegno delle infrastrutture al sud va annoverato il progetto definitivo per il raddoppio della tratta ferroviaria Giampilieri-Fiumefreddo, che completa la linea tra Messina e Catania.

Il progetto, del valore di 2 miliardi e 300 milioni di euro, prevede la realizzazione dell’alta velocità di rete grazie al raddoppio della linea ferroviaria tra le località di Giampilieri e Fiumefreddo, nonché la realizzazione di nuove fermate a Fiumefreddo, Sant’Alessio-Santa Teresa, Alcantara, Taormina, Nizza-Alì e Itala-Scaletta.

PRIMA DELLE OPERE FARAONICHE, PENSIAMO AI FATTI

La Sicilia e Messina hanno bisogno di opere che servano ai cittadini ed al territorio, ancor prima di strutture faraoniche la cui progettazione assume rilevanza solo nella misura in cui, a sostegno, vi sia un contesto pronto ad accoglierle.

L’idea di costruire un collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria risale a più di 50 anni fa e, nel corso dei decenni, ha visto l’innescarsi e il disinnescarsi del dibattito a periodi alterni. Nell’ultimo mese abbiamo assistito ad un’escalation di toni e proposte, da parte di tutte le forze politiche. Questo vuol dire che vi è una sensibilità forte sulla tematica ma non si può commettere l’errore di farsi trascinare dall’euforia senza prima valutare ogni minima sfaccettatura.

La premessa non può essere dimenticata: Messina e la Sicilia hanno prima bisogno di strutture e infrastrutture che aiutino a migliorare la qualità della vita quotidiana dei cittadini, e poi opere faraoniche.

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3 Commenti

  1. Sarebbe interessante se si potesse intervenire per accordare dei prezzi accessibili ai residenti siciliani che devono pendolare, continuamente, con auto al seguito. I prezzi ormai sono alle stelle. In meno di due hanni un biglietto a/r ha subito un aumento del 10%. Parte del nostro stipendio consumato per poter tornare a casa. Questa sarebbe una vera rivoluzione a favore, finalmente, dei cittadini.

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  2. Definire opera faraonica il Ponte sullo stretto , discesa un inconscio pregiudizio negativo rispetto all’opera “faraonica”. Ma i faraoni dell’antico Egitto hanno lasciato tracce indelebili della loro cultura e saggezza che ancor oggi gli eredi di quei territori ne beneficiano . Purtroppo bisognerebbe emanciparsi dal condizionamento della propaganda della potente lobby economica e geopolitica che ha “inquinato” milioni di “ospitali” cervelli che subiscono ancor oggi l tabu creato ad arte da sapienti “spin doctor” ed “ingegeri sociali” prezzokati, al servizio dei potentati del Nord europeo ed italiano.
    Bisogna studiare più approfonditamente la vicenda e non farsi sovragestire dai sodali di Mario Monti che non esito un attimo a “eliminare” il ponte. Guarda caso, SOLO il Ponte.
    Se aveste seguito il mio modesto consiglio: NOMINARE COMMISSIONE INDIPENDENTE PER LO STUDIO COSTI/BENEFICI. Mossa vincente del cavallo. Si metteva in difficoltà l’alleato della Lega che rompeva con la Tav To-Lione , opera inutile e superfetata nel ricco Nord e si dava un segnale forte per rimediare alla vergognosa sperequazione infrastrutturale e quindi economica , a svantaggio del Sud e della Sicilia. Avreste mantenuto i consensi del passato. Ora, la vedo, obiettivamente,…dura.

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  3. Egregio Sig. Giuttari,
    abbiamo sempre sostenuto che ogni intervento, dal più impegnativo al più modesto, debba essere ragionato e debba rispondere alle esigenze dei territori, dando priorità alle urgenze e alle necessità, e considerando sempre la sostenibilità dell’opera e il suo impatto con il paesaggio e l’ambiente. Siamo certi che sia questo l’approccio corretto per assumere simili decisioni. In Sicilia e in Calabria abbiamo delineato già alcune priorità quali strade, ferrovie, infrastrutture idriche ed elettriche, opere per la sicurezza del territorio per prevenire il dissesto idrogeologico. Molte di queste le abbiamo realizzate, per altre siamo a buon punto, per altre ancora spingiamo affinché l’iter venga avviato.

    Noi spingiamo su questo come nostra priorità e chiediamo che prima di ragionare su strutture gigantesche, sulle quali non c’è una contrarietà aprioristica, venga però garantito il minimo indispensabile.

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