Ci avviciniamo al 20 e 21 settembre, date che segnano un passaggio chiave per portare definitivamente a casa il taglio del numero dei parlamentari. È importante arrivarci preparati e consapevoli anche della portata sociale e politica di questa riforma storica.
Iniziamo quindi un percorso di avvicinamento al referendum, partendo da oltre i confini nazionali.
Sapete quanti parlamentari eletti ci sono negli altri Paesi dell’Unione Europea?
• Regno Unito 650 membri
• Francia 577 membri
• Germania circa 700 membri
• Spagna 558 membri
In Italia, come noto, i parlamentari sono 945. Il nostro Parlamento è quello con più membri in ambito europeo. Un obiettivo importante di questa riforma è quindi il riallineamento con gli altri Paesi UE, portando deputati e senatori rispettivamente da 630 a 400 e da 315 a 200.
Chi parla di un’iniziativa populista non fa – o non vuole fare – i conti con la verità: si tratta di una riforma che esprime la volontà popolare, un cambiamento che i cittadini chiedono da decenni.
E non si tratta nemmeno di antipolitica, perché avere un Parlamento nel quale i lavori procedono in maniera più rapida e snella è un modo per migliorarla, la politica.
Tagliare il numero dei parlamentari significa rendere queste Istituzioni adatte ai tempi che corrono. È una riforma opportuna, come hanno ribadito più volte anche autorevolissimi costituzionalisti come Roberto Zaccaria e Valerio Onida.
Una riforma votata in Parlamento praticamente da tutte le forze politiche. Una battaglia che il MoVimento 5 Stelle ha avuto il coraggio e la determinazione di portare fino in fondo, ma che appartiene a tutti.