Alcuni diranno che in questo Primo Maggio non c’è niente da festeggiare. Io sono convinto che si continui a celebrare un diritto sacrosanto: quello di lottare per portare il pane a casa in modo tutelato e dignitoso. Oggi chi lo impedisce è un nemico invisibile, che si è impadronito del nostro tempo e delle nostre opportunità. A cui lo Stato italiano, con le sue garanzie ma anche con i suoi difetti, insieme a tutti noi cittadini sta reagendo senza avere avuto a disposizione una ricetta già scritta.
Questo nemico, tiranno e ingiusto, sta togliendo il sorriso dagli occhi di chi era soddisfatto dei traguardi raggiunti nel suo lavoro, di chi un impiego stava per trovarlo e di chi aveva fatto tante rinunce per ottenerlo o mantenerlo. Di chi lo perde e lo ritrova, di chi lo offre, di chi lo difende. Oggi dobbiamo combattere questo nemico anche per far tornare quel sorriso negli occhi di chi un lavoro non ce l’ha o rischia di non averlo più.
Oggi si deve celebrare, senza retorica, l’impegno nel riprendersi in mano la propria vita lavorativa. Battaglia nella quale la politica deve affiancare tutti i cittadini. Si celebra la dignità del diritto al lavoro come fondamento della nostra Repubblica.
Nonostante qualcosa si sia inceppato nelle maglie della struttura già fragile del nostro sistema pubblico e della complicata burocrazia che spesso sospende le aspettative, anche io mi sento di confermare a tutti che lo Stato c’è. Mi sento di rinnovare l’impegno a lavorare con tutto me stesso per tutelare, promuovere, rafforzare i diritti di lavoratrici e lavoratori. Per garantire il sostegno a tutti, senza lasciare indietro nessuno. Migliorando ogni giorno di più le misure, potenziando gli strumenti, sciogliendo i nodi che generano ritardo, preoccupazione e amarezza nei lavoratori ancora privi di pieno supporto. Sbattendo la testa mille volte sui problemi fino a trovare una soluzione politica, come ho già avuto l’onore di riuscire a fare.
Ma anche contrastando chi, questo diritto protetto dalla Costituzione, vuole strapparlo con l’inganno di un benessere che non solo non esiste, ma finisce per uccidere: le mafie.
Possibilità economiche, salute e serenità, questi sono i più grandi obiettivi che la politica ha il dovere di garantire. Riuscendo a incidere in quella zona cruciale tra legittime aspettative dei cittadini e realtà dei fatti.
Concludo con un pensiero particolare e un grazie immenso a chi, lavorando senza sosta oggi, permetterà a tutti di tornare a lavorare domani. Ancora qualche sacrificio e riusciremo di nuovo a essere liberi di lavorare. Diversi, cambiati, ma forti e determinati più di prima. Buon Primo Maggio.