Su Liliana Segre si stanno spendendo molte parole. Per me si racchiude tutto in una frase che la senatrice a vita avrebbe pronunciato stamattina, al suo primo appuntamento pubblico con la scorta al seguito: “Voglio solo guardare la mostra”.
Oggi Liliana Segre ci dà un’altra grande lezione, che spiazza per la sua semplicità: rispondere con la ‘normalità’, rivendicare la quotidianità. Una quotidianità in cui non ci deve essere spazio per l’odio e per l’antisemitismo, a cominciare dalle piccole scelte. Una quotidianità che viene strappata a chi subisce certe aggressioni.
Quello della senatrice a vita è un gesto concreto, un argine reale a ogni ondata di violenza, fisica e verbale, che viene proprio da chi ne è stato bersaglio. Prendiamo esempio, condanniamo ogni forma di odio con le azioni quotidiane. Non restiamo indifferenti quando al supermercato, allo stadio, per strada siamo testimoni di fatti di violenza. Fermiamoci e facciamo ragionare chi pronuncia certe frasi o compie certe azioni.
Condanniamo e denunciamo ogni episodio di odio: è nostro preciso dovere, che equivale a precisi diritti per chi ci circonda e per chi verrà dopo di noi.