Quella che vedete nella foto, sul gradino più alto del podio, è Lorena. Una ragazza messicana che vince le maratone correndo con i suoi abiti tradizionali Tarahumara e con dei sandali fatti a mano legando un paio di lacci ad una suola.
Ai nastri di partenza della sua gara più importante, a separarla dal traguardo c’era una distanza di 50 km: più lunga di un percorso olimpico. In più, se la doveva giocare con atlete dotate di tute e scarpette ultramoderne, costose e all’avanguardia. Ma lei ha semplicemente iniziato a correre e, con la sua gonna, i suoi sandali e il suo allenamento – 15 km di camminata al giorno, per pascolare il bestiame – è arrivata prima. Ce l’ha fatta.
Vi racconto questa storia di speranza, forza e determinazione per trasmettervi il significato che hanno per me le battaglie, politiche e non. Sono scommesse che puoi vincere solo se ci credi. È semplice: se ci credi ce la fai, se smetti di crederci è finita. Quindi combattiamo, sbagliamo, incazziamoci, giochiamocela comunque. Vinciamo e perdiamo, ma non smettiamo mai di crederci. Corriamo come questa ragazza e non fermiamoci mai.
E ricordiamoci sempre che la nostra corsa non sono i 100 metri, ma la maratona.
Proprio quella che ha fatto Lorena.