Si ricandida dopo una prima esperienza da parlamentare. Quali aspetti di questa prima esperienza possono essere portati avanti, quali invece da correggere?
Mi ritengo soddisfatto dell’esperienza maturata in questa prima legislatura sia perché sono riuscito nell’intento di porre particolare attenzione al territorio sia perché ho potuto dare spazio e voce a tutti argomenti e le delicate questioni che avevo promesso di affrontare già nella scorsa campagna elettorale: ricerca scientifica, giovani, università e antimafia. Il rapporto con il mio territorio è sempre stato molto forte e, laddove nel corso degli anni si sono presentate istanze messinesi che avevano necessita di giungere a Roma, non vi ho mai fatto mancare il mio appoggio. Come MoVimento 5 Stelle abbiamo condotto una legislatura corretta, maturata nell’ambito di una forza politica di opposizione. Abbiamo fatto quello che un’opposizione doveva fare, e l’abbiamo fatto all’interno di quello che è, senza giri di parole, un sistema marcio e pieno di compromessi. Noi non ci siamo abbassati a nessun inciucio sottobanco. Quello che possiamo cambiare, in questa nuova legislatura, è semmai il dialogo con le forze politiche sane, se ve ne sono ancora, per cercare di fare accordi programmatici e governare con trasparenza ad un programma stabilito.
Come “sta” il Movimento in città, anche alla luce delle regionali?
Il MoVimento 5 Stelle è in crescita e questo è evidente anche dagli andamenti delle ultime elezioni. A Messina ci siamo e cresciamo sempre alla luce e sempre con trasparenza. Abbiamo due deputati messinesi all’Ars e adesso diversi candidati per le nazionali, senza dimenticare che anche nella legislatura appena passata eravamo in due, come PortaVoce, ad essere in parlamento.
La preoccupa una legge elettorale che sembra favorire governi di “larghe intese”?
Credo che essa favorisca coalizioni fino ad un certo punto. Se ci fossero stati portatori di preferenze come per le regionali, avrei detto che era un problema. Ma in questo caso il voto delle nazionali è basato sull’idea che sulle preferenze. Paradossalmente i cittadini potrebbero esser più portati a votare MoVimento 5 Stelle quale forza politica sola e netta, con un programma ed un’idea ben precise, che coalizioni come quella di Centro Destra dove Forza Italia e Lega portano avanti e dicono cose completamente opposte. Noi non vogliamo fare nessun tipo di larghe intese ma soltanto accordi programmatici sui 20 punti che abbiamo già stilato nel programma. Se qualcuno sarà d’accordo con questi, dovrà darci la fiducia. Se vorrà fare delle modifiche, le valuteremo. Solo così avremo un governo fatto da persone che, come ha detto Di Maio, sono patrimonio dell’Italia. Non un governo di tecnici, ma un governo di persone “testa e cuore”.
di Sebastiano Caspanello (Gazzetta del Sud)