Mafia a Messina: un voto libero ci libererà

30 Ottobre 2017

Oggi siamo erroneamente abituati a pensare che i mafiosi siano seduti in Parlamento, magari per retorica anti-politica. Ma quello che mi inquieta di più è il contatto tra mafiosi, politici, tecnici all’interno dei singoli comuni. Più piccolo è il Comune, più è comodo che questo avvenga.

Lo abbiamo visto con Roma e Milano, in realtà abbiamo riscontrato come tutto l’hinterland sia più penetrabile della capitale e degli stessi capoluoghi. La ‘ndrangheta più facilmente avrebbe prosperato nelle cittadine milanesi.

Questi sono esempi limite perché si pensava che lì non ci fossero possibilità di ‘contaminazioni’. Anche nel nostro contesto, se andiamo a guardare i comuni che vengono sciolti per mafia, sono quelli meno densamente popolati, molto spesso quelli della zona tirrenica che sono più semplici da infiltrare.

Poi è anche una questione culturale. Noi come Movimento 5 Stelle vogliamo cambiare tutto questo, entrare nelle istituzioni e recidere questi contatti esistenti tra malaffare e politica. Si può fare con delle idee, con dei programmi e con la soglia dei cittadini che deve essere più alta di quanto è stata finora.

Sono tutte questioni del programma nazionale. Abbiamo, per esempio, il ‘whistle blower’ che significa ‘suonatore di fischietto’ ovvero una persona che all’interno della pubblica amministrazione deve essere tutelata se nota qualcosa che non va e lo denuncia.

Da noi si chiama delatore che suona anche male. In Inghilterra ha un’altra definizione ma il senso è identico solo che gode dell’anonimato e potrebbe avere un simbolico premio come quello di denunciare il corrotto.

Ci saranno l’inasprimento di alcune pene e l’aumento della sorveglianza, in base ai nostri canoni. Un funzionamento più dinamico dell’Agenzia dei beni confiscati e le interdittive antimafia.

Fonte: http://www.messinaoggi.it/website/2017/10/29/pentastellati-mafia-si-combatte-con-la-parola-recideremo-malaffare-nelle-istituzioni/
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