Per questo motivo ho presentato una interrogazione al Ministro dell’Economia e delle Finanze, nonché a quello del MIUR, relativa alla grave situazione che si è creata all’interno del DSU (Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) della Toscana.
D’UVA. — Al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca .
— Per sapere – premesso che:
il DSU Toscana, come da presentazione dello stesso sito internet dell’ente «è l’Azienda della regione Toscana per il Diritto allo Studio Universitario che in base agli articoli 3 e 34 della Costituzione realizza servizi ed interventi di sostegno allo studio per gli studenti universitari iscritti a corsi di laurea, laurea specialistica, dottorato di ricerca e scuole di specializzazione delle Università di Firenze, Pisa, Siena, delle Accademie di Belle Arti di Firenze e Carrara, degli Istituti Superiori di Studi Musicali e Conservatori di Firenze, Livorno, Lucca e Siena, dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Firenze, dell’Università per Stranieri di Siena, della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Pisa, Accademia Italiana di Arte, Moda e Design di Firenze, IMT di Lucca e Siena Jazz University.»;
l’ente regionale offre servizi rivolti alla generalità degli studenti universitari «come la ristorazione, le attività di orientamento, la consulenza nella ricerca di un alloggio, le agevolazioni per eventi culturali o sportivi» e benefici assegnati per concorso agli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi economici, «come le borse di studio, i posti letto presso le residenze universitarie e altri tipi di contributi economici (per mobilità internazionale, iniziative culturali ed editoriali, etc.)»;
gli ultimi dati, riportati dal comunicato n. 374 del 14 marzo 2017 del consiglio regionale della Toscana, dimostrano il raggiungimento di importanti risultati, quali l’erogazione del 100 per cento delle borse di studio agli idonei nel 2017, nonostante l’incremento di oltre 1800 borsisti rispetto all’anno precedente, e la disponibilità di oltre 4.500 posti letto in residenze dislocate nelle città di Firenze, Pisa, Siena, Carrara e Arezzo in luoghi che permettono di raggiungere facilmente le varie sedi universitarie;
l’attività dell’azienda, è, dunque, fondamentale per rendere effettivo il diritto allo studio nella regione Toscana, secondo i precetti della Carta costituzionale;
senonché, con verbale del 4 aprile 2016, in esecuzione di un controllo fiscale da parte dell’Agenzia delle entrate, direzione provinciale di Firenze, nei confronti dell’azienda regionale DSU Toscana, si è proceduto alla verifica della posizione iva dell’ente con relazione agli anni 2011-2014;
in tale occasione i funzionari dell’Agenzia hanno specificato che, diversamente dalle operazioni effettuate dall’ente, il trattamento iva deve essere valutato in relazione alla sentenza n. 13069/2011 della Corte di cassazione, con conseguente indetraibilità di gran parte dell’Iva a credito;
tale situazione, qualora dovesse definirsi in maniera negativa per l’Ardsu Toscana, comporterebbe l’imposizione di ingenti sanzioni ed il pagamento di notevolissime somme che verrebbero inevitabilmente sottratte alle risorse destinate agli studenti, con l’immaginabile conseguenza che l’ente non risulterà più in grado di assicurare i servizi sino ad ora offerti in esclusivo danno degli studenti e delle loro famiglie –:
di quali elementi disponga il Governo in ordine a quanto esposto in premessa e alla regolarità sul piano fiscale delle attività dell’Ardsu posto che errori dell’amministrazione dell’Ardsu si riverberano nella lesione dei diritti costituzionalmente garantiti degli studenti e delle loro famiglie, con decremento dell’offerta di borse di studio, alloggi e altri servizi necessari per consentire anche ai meno abbienti la possibilità di proseguire il proprio percorso di studio.