Nonostante siano passati quasi 8 anni dalla tragedia alluvionale che, nell’ottobre 2009, ha colpito la città di Messina, permangono ancora problemi legati alla mala gestione della messa in sicurezza delle località danneggiate. Il Torrente Racinazzi di Scaletta Zanclea rappresenta uno dei casi più eclatanti di queste opere incompiute.
Per questo motivo ho depositato un’interrogazione scritta indirizzata al Governo.
La messa in sicurezza del Torrente Racinazzi era una delle priorità degli interventi in quanto si tratta di un’area che, ad ogni evento piovoso, diviene accumulo di terriccio e detriti, con gravi pericoli per l’incolumità dei cittadini che quotidianamente vi transitano. Quando l’ex Premier Renzi è arrivato nella città di Messina per la firma del Patto ha elencato una serie di interventi previsti, tra cui anche la riqualificazione di aree a forte rischio idrogeologico.
Sulla base della sottoscrizione del Patto, ho chiesto al Governo se in questo ambito siano previste opere per la messa in sicurezza delle zone colpite dall’alluvione del 2009.
E’ assurdo che dopo così tanto tempo i cittadini continuino ad aspettare per interventi urgenti sul loro territorio. Sembra che le morti per le ‘tragedie annunciate’ non bastino mai come insegnamento.
Questo il testo dell’interrogazione:
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
in data 1o ottobre 2009 il comune di Messina veniva colpito da una calamità naturale di eccezionale violenza, causata da un intenso nubifragio abbattutosi lungo il litorale ionico a sud della città;
il tragico evento, oggi noto come «alluvione di Giampilieri», ha visto il susseguirsi di numerosi eventi franosi, con colate di fango che hanno colpito diversi comuni della costa messinese, causando la morte di 37 persone;
i centri maggiormente interessati dall’alluvione risultavano essere alcune località appartenenti al comune di Messina, quali Giampilieri Superiore, Giampilieri Marina, Altolia, Molino, Santo Stefano Briga, Briga superiore, Pezzolo, ed il comune di Scaletta Zanclea;
la portata e la gravità dei danni verificatisi ha richiesto numerosi interventi di messa in sicurezza dei territori, ovvero delle infrastrutture pericolanti, anche attraverso lo sgombero di decine di nuclei familiari le cui abitazioni risultavano distrutte o gravemente danneggiate;
dopo l’evento alluvionale del 1o ottobre 2009 che colpì anche il comune di Scaletta Zanclea, e nella fattispecie i torrenti di Contrada Divieto e Contrada Racinazzi, sono stati eseguiti i lavori per la messa in sicurezza dei torrenti e quindi l’ampliamento degli stessi;
tuttavia è da rilevare come, nonostante l’esecuzione dei lavori, il torrente Racinazzi continui a rappresentare un luogo ancora non del tutto sicuro, in considerazione delle criticità che a oggi non risultano completamente risolte;
in data 1o ottobre 2016 il quotidiano consultabile online «?La Gazzetta del Sud», pubblicava un articolo riguardante la commemorazione delle vittime del comune di Scaletta, a sette anni dalla tragedia, denunciando la critica condizione del torrente Racinazzi, la cui messa in sicurezza risultava ancora incompleta;
secondo quanto riportato dall’articolo, si sarebbe dovuto urgentemente ampliare l’alveo del torrente, il quale attraversava un’area «fonte di preoccupazioni e pericolo: ad ogni evento piovoso si riversano sulla statale 114 ingenti quantitativi di terriccio e detriti»;
in data 1o ottobre 2016 lo stesso quotidiano pubblicava la notizia di una persistente condizione di preoccupazione per i cittadini del comune di Scaletta (Me), segnalando «il perdurare del disagio causato dal mancato convogliamento delle acque meteoriche che, dall’autostrada, scendono nella sottostante via Roma, formando un pantano, trasportando detriti, provocando infiltrazioni ai piani bassi e gravi conseguenze per la viabilità e la sicurezza delle persone»;
nonostante si evidenzino rischi minori rispetto al passato, risulta tuttavia necessaria la messa in completa sicurezza di una porzione di territorio ad alto rischio dissesto idrogeologico, intervenendo in maniera preventiva per scongiurare la possibilità che nuovi eventi alluvionali mettano in pericolo l’area del torrente e la popolazione del comune;
in data 22 ottobre 2016, il quotidiano Tempostretto riportava la notizia della sottoscrizione del patto, da parte del Presidente del Consiglio, per lo sviluppo della città metropolitana di Messina, nel quale il Premier ha elencato «i numerosi interventi infrastrutturali che saranno realizzati grazie ai finanziamenti previsti nel Patto»;
tra gli interventi riportati si rilevano, in particolare, quelli per il Consorzio autostrade siciliane e per strade provinciali, il palazzo di giustizia, il porto turistico di Santo Stefano di Camastra, la riqualificazione di quattro aree di Messina e ancora interventi per l’ambiente e per la messa in sicurezza dal rischio sismico e idrogeologico –:
quali siano i finanziamenti previsti dal patto per la città di Messina, e se in tale ambito sia prevista la realizzazione di interventi relativi alla messa in sicurezza delle aree e dei torrenti interessati dall’alluvione del 1o ottobre 2009, tra cui il torrente Racinazzi e l’area del comune di Scaletta (Messina). (4-15685)