E’ una condanna pesantissima quella inflitta ieri al parlamentare Francantonio Genovese, al termine del maxi processo Corsi d’Oro 2 sulla mala gestione delle risorse regionali per la formazione professionale in Sicilia. Ex Sindaco di Messina, ex “Mister Preferenze” del Pd, oggi passato a Forza Italia, Francantonio Genovese ha ricevuto una condanna in primo grado di ben 11 anni di reclusione.
Una sentenza giudiziaria, non politica, che si basa su un processo durato quasi due anni e che ha visto alla sbarra degli imputati anche il cognato, l’onorevole Franco Rinaldi (condannato a 2 anni e mezzo), le mogli dei parlamentari Chiara Schirò e Elena Schirò, oltre ad altri imputati e 5 enti di formazione.
Volendo rispolverare un po’ la memoria, voglio ricordare che l’inchiesta era nata nel 2014 quando la Procura aveva scoperto che alcune persone formalmente assunte negli Enti di Formazione Professionale della Sicilia (e quindi retribuite con questi fondi), in realtà svolgevano attività nell’interesse di Genovese, peraltro nella sua segreteria politica. Quando per Genovese fu firmata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, la Camera dei Duputati ha autorizzato l’arresto e così, quella mattina del 15 maggio, Genovese si presentò nel Carcere di Gazzi. Poi il lungo processo, durato quasi due anni.
Se è pur vero che siamo ancora al primo grado di giudizio, e quindi bisognerà comunque attendere gli ulteriori sviluppi processuali, è impossibile non commentare e inquadrare questa prima sentenza in una cornice di “giusta giustizia”. Francantonio Genovese è stato definito come il “perno” di un’associazione a delinquere che operava a livello regionale e che poteva contare su una schiera di “affiliati”. La sentenza parla chiaro.
Adesso noi chiediamo che Genovese faccia il doveroso passo indietro e si dimetta da parlamentare. Lo riteniamo il minimo dopo una condanna: seppur di primo grado, è pur sempre una condanna.