A distanza di pochi mesi dalla mia ultima visita nella tendopoli del Pala Nebiolo di Messina, all’Annunziata, noto con dispiacere che nulla è cambiato dal punto di vista strutturale. Le tende, che dovevano accogliere i migranti solo provvisoriamente, sono ancora là. E se di inverno il problema riguardava le basse temperature e gli allagamenti costanti di quello che prima era un campo da baseball, adesso a far da padrone sono le elevate temperature che, all’interno delle tende, sono percepite con ancor più preoccupazione.
A 48 ore di distanza dal passaggio di deleghe dal vecchio Ente gestore (Senis Hosper) al nuovo Ente che si è aggiudicato il bando presentato dalla Prefettura di Messina, ho deciso di controllare personalmente se nei centri di prima accoglienza del Pala Nebiolo e dell’ex Caserma Gasparro, a Camaro, ogni funzione fosse stata mantenuta, ed in che termini.
Il nuovo RTI è costituito da Arca e Medical, due cooperative di Marsala, che si sono aggiudicate il servizio di accoglienza e assistenza dei migranti a Messina. Il passaggio delle competenze sembra sia avvenuto nelle migliori condizioni e non ho notato particolari disagi tra gli ospiti presenti nelle due strutture. Al Pala Nebiolo, al mio arrivo, i ragazzi avevano appena finito di pranzare e aspettavano che il personale consegnasse loro il pocket money. La consegna avviene ogni 2 giorni e, come ho potuto appurare, è stata sempre rispettata sia dalla nuova che dalla passata gestione.
Il problema di fondo, quello delle tende, invece permane. All’ex Caserma di Bisconte la situazione appare diversa da un punto di vista strutturale: i migranti sono sistemati in grandi stanzoni (con troppi letti) e non in tende. Quando sono arrivato, il personale del nuovo Ente gestore stava consegnando vestiti e scarpe, mentre alcuni degli ospiti stavano ascoltando le informative legali che li riguardano.
La tendopoli dell’Annunziata continua a essere una vergogna che poco ha a che fare con l’accoglienza. Questa è una situazione che va avanti ormai da due anni, e sarebbe da ipocriti continuare a chiamarla emergenza. Avevo già sollecitato il Ministero e gli organi competenti ad intervenire perché si ponesse fine a tutto questo, eppure mi ritrovo a constatare che ancora nulla è cambiato.