Oggi è stato votato e approvato il ddl Istruzione. Abbiamo presentato numerosi emendamenti e battagliato per migliorare il più possibile il disegno di legge. Se volete conoscere le nostre proposte principali e l’andamento dei lavori in questi giorni visitate il sito e la pagina Facebook M5S della commissione cultura. O semplicemente ascoltate la dichiarazione di voto finale della collega Silvia Chimienti sul Ddl di oggi.
L’ostracismo del PD è stato tale da bocciare anche emendamenti di semplice buon senso, che non andavano verso una precisa direzione politica, ma tendevano solo a migliorare il futuro di questo Paese e a formare delle generazioni più consapevoli, del loro passato e del loro presente.
Un emendamento, il 23.46, riguardava l’insegnamento della chimica nei Licei. Se è vero che negli Istituti Tecnici questa materia viene insegnata esclusivamente da chimici, lo stesso non vale per i Licei, scientifico e classico. Ritengo che l’amore per una materia nasca principalmente dalla passione che riesce a trasmettere chi la insegna, questa materia. Ecco perché ho chiesto che l’insegnamento della chimica nei Licei sia affidato esclusivamente ai chimici, chimici industriali etc.
Nelle valutazioni universitarie vediamo come l’Italia eccelli in chimica, una materia su cui investire di più, non solo a livello economico, ma partendo proprio dalle nuove generazioni.
Il MoVimento 5 Stelle ha più volte espresso la propria posizione sull’insegnamento delle materie solo da insegnanti competenti su quella materia, perché crediamo che nessuno voglia imparare la chimica da un geologo o la biologia da un chimico.
Un altro emendamento che avevo presentato, il 23.142, riguardava invece la conoscenza e l’insegnamento dei principali organi istituzionali, del Parlamento e della Costituzione Italiana (o di quel che ne rimane!) in tutti gli istituti scolastici. Formare i giovani di oggi, vuol dire formare cittadini attivi, cittadini consapevoli che non ignorano la macchina parlamentare è che non si fanno ragionare dalle belle parole dei politici di turno, gli stessi politici che sfruttano l’ignoranza dei cittadini per annunciare una cosa in TV e votare la cosa opposta nell’aula parlamentare.
È vero, le sedute sono pubbliche e visibili online su web Camera TV, ma serve anche una chiave di lettura.
Non solo. I ragazzi devono sapere in che Paese vivono, devono sapere qual è la storia non solo della loro Italia “istituzionale”, ma anche di quella che vive e si rafforza alle spalle di essa. Ho proposto che nelle scuole venga introdotto l’insegnamento della storia della mafia, dove è nata, quando è nata, i grandi omicidi mafiosi. Bisogna insegnare ai ragazzi la cultura dell’antimafia, della lotta alle organizzazioni mafiose, alla criminalità organizzata.
Non è solo una questione di ricordare “per non dimenticare”, è una questione di diritto: il diritto di sapere che la mafia esiste, il diritto di conoscerla per combatterla. Perché chi non conosce il proprio nemico, non potrà mai neanche provare ad affrontarlo.
Ma sappiamo bene che quando si tratta di legalità, la politica è sempre restia a pronunciarsi favorevolmente. Ed ecco che la Camera, ieri sera, ha respinto il mio emendamento.
Oggi si sono limitati ad accogliere un ordine del giorno simile, il 147, ma solo come raccomandazione, ovvero non vale molto. E poi, alle 13, la vergogna: il ddl è passato, senza contare le proteste, le manifestazioni, le parole di coloro che nella scuola vivono e lavorano. Ma noi non lasceremo soli né gli studenti né gli insegnanti. Questa è una promessa.