Lo scorrimento nelle graduatorie per l’ammissione ai corsi di laurea magistrale di Medicina e Chirurgia è lento ed inefficiente. La profezia che avevo annunciato qualche mese fa, attraverso un’interrogazione scritta al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, si sta infine avverando.
Ed a nulla è valso, lo scorso luglio, aver chiesto di “rivedere il Decreto Ministeriale relativo a tali procedure di ammissione” e trovare soluzioni urgenti per evitare quello che, in sostanza, è già accaduto: il blocco quasi totale dello scorrimento della graduatoria unica nazionale, con relativi disagi a tutti gli studenti che erano risultati idonei e che restano ancora in attesa di una celere assegnazione.
L’impasse è determinata, come già avevo evidenziato, da diversi fattori ma, in primis, da una “superficialità” strutturale del Decreto Ministeriale 5 febbraio 2014 n.85 in quei punti che trattano la possibilità o meno di un candidato di rinunciare e non immatricolarsi nella sede assegnatagli in graduatoria e attendere che si liberi un posto in una sede più gradita.
Per accedere ai corsi di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia è necessario superare l’apposita prova, unica e con contenuto identico su tutto il territorio italiano. I posti assegnati in totale sono 10.551, distribuiti in base alla graduatoria nazionale finale.
Il problema, però, riguarda l’eccessivo numero di preferenze esprimibili da parte di ogni candidato nonché le cosiddette doppie immatricolazioni (determinate dalla compresenza sia nelle graduatorie ministeriali sia in quelle di altre università private di molti studenti, i quali, non essendo tenuti ad alcuna scelta immediata né a esprimere alcuna rinuncia, bloccano il regolare scorrimento della graduatoria nazionale).
Un blocco totale che avevo già annunciato ed a cui il Ministero aveva risposto inadeguatamente prorogando il termine di chiusura del 1 ottobre 2014 delle graduatorie fino ad esaurimento dei posti disponibili.
E’ cambiato qualcosa? La situazione è migliorata? Assolutamente no. Ecco perché torno con forza, oggi, a sollecitare nuovamente il Ministro perché si interessi con fattività ad un problema che riguarda tantissimi studenti e giovani italiani, gli stessi che dovrebbero rappresentare il futuro dell’Italia e che invece, troppo spesso, sono relegati agli ultimi posti.