Sicurezza del territorio fuori dal patto di stabilità

3 Aprile 2014

Dopo l’approvazione dell’ordine del giorno a mia prima firma, il Governo ha deciso di accogliere la mozione presentata dai deputati pentastellati che lo impegna ad assumere urgenti provvedimenti che diano finalmente ai Comuni strumenti davvero efficaci in tema di prevenzione e messa in sicurezza dei propri territori dai gravi pericoli causati dal fenomeno del dissesto idrogeologico, ovvero aiutino a risollevare quelli colpiti da calamità naturali di particolare intensità.

I territori a rischio dissesto sono diffusi in maniera ormai omogenea su tutto il territorio dello Stato, con cause alluvionedigiampilieri-messina_0rinvenibili nella sua particolare conformazione geologica e geomorfologica, con rilievi in via di continuo sollevamento e, per questo, soggetto a fattori di rischio particolarmente elevati. Il MoVimento 5 stelle ha per questi motivi chiesto che le spese sostenute dagli enti locali per la messa in sicurezza del territorio non vengano assoggettate al vincolo del patto di stabilità interno.

Il MoVimento sembra essere l’unica forza politica che ritiene di non partecipare alle recenti derive neoliberiste, che hanno relegato lo Stato a mero ente contabile, senza poter contribuire attivamente alla soluzione dei problemi dei cittadini, che dovrebbero rappresentare l’unico “vincolo” al quale far riferimento.

La mozione del mio collega Portavoce Vittorio Ferraresi accolta dal Governo  è un ulteriore segnale che, almeno nelle intenzioni, il Governo è d’accordo con noi e con le nostre proposte. Aldilà delle giuste campagne sulla prevenzione e sulla messa in sicurezza dei territori, i Sindaci dei vari comuni hanno bisogno di strumenti concreti, reali, che diano loro un’effettiva possibilità di intervento.

Il mio ordine del giorno, accolto dal Governo il 20 dicembre 2013, era stato certamente pensato per dare alla città di Messina la possibilità di rialzarsi dopo il duro colpo subito con l’alluvione del 1° Ottobre 2009, che ha colpito in particolar modo i comuni di Giampilieri, Altolia, Molino e Scaletta Zanclea, e che costò la vita a 37 miei concittadini. Ricordo che già nel 2007 un’alluvione di intensità minore aveva evidenziato la fragilità di quei territori, ma nonostante tutto nessun serio provvedimento di messa in sicurezza venne adottato.

Alcuni eventi naturali particolarmente importanti che hanno recentemente colpito alcune regioni dell’Italia, quali la Sicilia, la Calabria, la Liguria, la Sardegna, l’Emilia-Romagna e il Veneto, ci hanno ricordato, ancora una volta, come il nostro sia un paese del tutto impreparato dal punto di vista dei sistemi di tutela del territorio, evidenziando come questi risultino essere assolutamente inadeguati.

I Governi non possono in nessun modo limitarsi al cordoglio delle vittime che ogni anno contiamo all’inizio della stagione delle piogge intense, senza poi provvedere in maniera concreta affinché questi fenomeni non ci costringano ogni volta a provvedimenti tampone per arginare questa o quella emergenza. Un organico programma di intervento sui territori soggetti a dissesto idrogeologico, e che presentano un elevato grado di pericolo qualora sottoposti a fenomeni naturali di una certa intensità, comporterebbe un grande risparmio in termini di spesa, dal momento che possiamo certamente affermare come la prevenzione risulterebbe senz’altro più economica rispetto alle mere politiche di ricostruzione dei territori annualmente colpiti.

La Città di Messina così come il resto dei Comuni d’Italia, auspica che gli impegni assunti dal Governo nel portare avanti e rendere effettive le nostre richieste di non assoggettare ai vincoli del Patto di stabilità interno le spese sostenute in occasione di calamità naturali di particolare rilevanza, anche dalle amministrazioni locali, ovvero di prevedere che i soldi annualmente stanziati per il dissesto idrogeologico vengano ripartiti tra emergenze e opere di prevenzione, con finanziamenti certi e reali, non siano un’altra delle tante promesse non mantenute dall’Esecutivo attualmente in carica.

 

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