90 anni di CNR – Parla Letta

18 Novembre 2013

Stamattina sono stato invitato alla cerimonia di chiusura dei festeggiamenti dei 90 anni del CNR che prevedeva la consegna dei premi dell’iniziativa Ricercat@mente. Ero l’unico PortaVoce del MoVimento 5 Stelle presente in sala, quindi mi sembra doveroso fare un veloce resoconto dell’evento.

Si è iniziato subito con la consegna dei premi. La vincitrice Di Lonardo, dopo aver ringraziato, ha fatto notare quanto sia stato difficile lavorare vista la precarietà impostale e la scarsezza dei mezzi a sua disposizione. Parole dure come macigni che provengono da chi vorrebbe garantire il futuro del nostro Paese.

Anche il Presidente Nicolais ha chiesto a chiare lettere di investire con coraggio in questo campo e di risolvere una volta per tutte la piaga del precariato ripristinando il turnover delle assunzioni al 100%.

Il Prof. Stefano Paleari, Presidente della CRUI, ha criticato aspramente il “furore normativo” e la “stratificazione legislativa” di cui è vittima la ricerca italiana. Posizione che condivido. Ha criticato la scelta di sottoporre università ed enti di ricerca alla valutazione dell’ANVUR per poi fare comunque tagli lineari a tutti senza considerare la valutazione stessa. Capisco, pur non condividendo, la posizione del Prof. Paleari: l’Italia ha speso soldi per fare una valutazione che poi non è servita a ripartire i fondi premiali. Ma se consideriamo quanto sarebbero stati penalizzati tutti gli atenei meridionali non posso che essere contento che la valutazione non sia stata presa in considerazione. I parametri per effettuarla non sono infatti di indiscutibile natura oggettiva. Il CNR stesso è stato penalizzato parecchio da questo tipo di valutazione; una valutazione che va fatta, è indubbio, ma i fondi premiali assegnati dovrebbero essere extra FOE e non tagliati dallo stesso. Il FOE ricordo essere il Fondo Ordinario per gli Enti e le istituzioni di ricerca; tagliarlo significa non garantire più il funzionamento ordinario dell’ente, con la conseguenza di aiutare chi di aiuto non ha bisogno e di punire chi invece ne avrebbe bisogno.

All’arrivo del Presidente del Consiglio Enrico Letta è stato letto un messaggio redatto da CGIL, CISL e UIL che denunciano l’inefficacia dei decreti varati. Hanno notare che al CNR lavorano 8000 addetti, mentre al CNRS francese ne lavorano ben 20.000, più degli addetti di tutti gli EPR italiani. Anch’essi hanno chiesto il ripristino del turnover al 100%, l’assegnazione di risorse pluriennali agli enti e l’auspicio di risolvere la frammentazione della ricerca in Italia, con 22 enti vigilati da 8 ministeri diversi.

Il Presidente Letta ha incassato e non ha risposto in modo esaustivo alle critiche appena ricevute. Ha voluto precisare che il 2013 è stato un anno di transizione, necessario per un’efficace inversione di marcia… Al momento la strategia seguita dal Governo è quella di tagliare la spesa pubblica per acquistare credibilità all’estero e poter così svendere meglio il nostro debito pubblico. Traduzione? Privatizzazioni a gogo. A favore di chi? Di quali privati? La politica dell’austerità sta portando il Paese alla disfatta totale, inutile prenderci in giro… Questo Governo non è altro che la continuazione del Governo Monti, non cambia nulla: stessa politica, stessa maggioranza. Letta è stato nominato dal Presidente della Repubblica, che è stato votato dalle Camere, che sono state scelte dai capi partito che sono stati votati dal popolo. I passaggi sono tanti, ma in qualche modo il Presidente del Consiglio dovrebbe dare ascolto ai propri cittadini e non certo a leader europei che non è per nulla detto vogliano bene al nostro Paese.

Non resta che batterci affinché le sacrosante richieste che provengono dal mondo della ricerca vengano accolte. Il futuro del Paese non dipende dalle privatizzazioni, ma dalla ricerca che saremo in grado di portare avanti come Nazione.

 

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